ilovepantelleria.it

I diritti degli animali

Protagonisti del momento, a Pantelleria, gli animali da allevamento e "da circo", oltre a cani e gatti maltrattati e denutriti, denunciati nei giorni scorsi attraverso "Striscia la notizia" in due differenti puntate.

Estranea a certe pratiche violente del luogo nei confronti degli animali, come l'incatenamento delle zampe delle mucche con conseguente ferimento, al fine di controllare l'animale al pascolo circoscrivendolo entro i confini della proprietà, invito tutti a conoscere e mettere in luce la triste realtà di prigionia cui vengono sottoposte queste povere bestie.
Con l'arrivo a Pantelleria del circo "Fantastico Martin", stanziatosi presso il Piazzale Bue Marino dallo scorso 29 aprile, gli isolani sono accorsi a frotte, attratti dalla presenza di numerosi animali in pista, pubblicizzati come "mai visti prima": leoni, tigri, bisonti, ippopotami, cammelli e, in esclusiva europea, orsi bruni.

Naturale pensare al divertimento del pubblico pagante; ma, altrettanto naturale, la riflessione sull'addestramento di un animale come grave mortificazione della sua natura, nel senso di un condizionamento sul suo comportamento attraverso violenze fisiche e psichiche. Importante, a tal proposito, rispolverare il Testo della "Dichiarazione dei diritti dell'animale", proclamata a Bruxelles il 27 gennaio 1978, soffermandoci, nello specifico, sugli articoli 5-a e 10-a-b, dai quali traspare chiaramente che "ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha il diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie"; e che "nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'uomo; le esibizioni e gli spettacoli di animali sono incompatibili con la loro dignità".

Naturale, infine, l'accostamento e la comparazione dell'addestramento di un animale, costretto a muoversi in modo stereotipato, all'educazione di un bambino. Se ciascun genitore educasse i propri figli ricorrendo a metodi costrittivi e d'impedimento al manifestarsi della loro inclinazione e del fondamentale spazio di spontaneità, allora il processo formativo risulterebbe privo di valore, poichè verrebbe meno il rispetto ad ogni manifestazione creativa ed esistenziale, diritto inalienabile dell'uomo. E i diritti degli animali, non dotati di parola, ma capaci di comunicare attraverso mille significative modalità alternative, devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo, per come definito nell'art. 14-a della già citata Dichiarazione. 

Condividi questo articolo