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GEMELLAGGIO ARCHEOLOGICO TRA PANTELLERIA E OJIKA

Edificato un ponte virtuale fra Pantelleria e Ojika, isola dell'arcipelago giapponese, suggellato dall'arrivo, lo scorso 22 maggio, di una delegazione giapponese guidata dall'archeologo Daniele Petrella e accolta dal Sindaco Salvatore Gino Gabriele, nonchè dal Professor Sebastiano Tusa, incaricato di seguire il gemellaggio fra le due isole.
L'iniziativa è maturata dalla profonda conoscenza dell'architetto Petrella per la cultura orientale, supportata dai suoi continui e produttivi rapporti di scambio con l'archeologo Hayashida Kenzo, impegnato nei fondali dell'isola giapponese, custodi dei relitti di una flotta cino-mongola risalente al 1281, quando il condottiero Kubilai Khau, nipote di Gengis Khan, si era volto alla conquista del Giappone.
Grazie alla concessione della Sovrintendenza del Mare e del Ministero degli Esteri, è stato possibile definire la prima missione italo-giapponese di archeologia marina.
Giunti a Pantelleria, i membri della delegazione sono stati accompagnati al Castello dal Prof. Tusa, per poter visionare i validissimi reperti del relitto di Scauri avvistato nel 1997.
L'idea del gemellaggio, oltre a quanto già spiegato, è nata anche dalla consapevolezza delle plurime analogie fra le due isole. Secondo quanto affermato infatti dal Prof. Tusa,esse hanno non solo una comune origine vulcanica, ma entrambe usufruiscono di fondali ricchi di beni culturali archeologici. La loro singolare posizione geografica, inoltre, le avvicina maggiormente; se Pantelleria ha rappresentato un punto di passaggio tra l'Europa e l'Africa, Ojika ha fatto da mediazione tra il Giappone e la Cina.

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