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Teatro a Pantelleria - Gennariello

Spesso la vita inventa più che la fantasia. Eduardo de Filippo non delude mai. E con la straordinaria e commovente rappresentazione della famiglia nell’atto unico di “Gennareniello”, sua splendida creazione, il grande autore, attore e regista, maestro per antonomasia nella teatrografia del 1900, travalica i confini della farsa, per lasciare nuovo spazio ad una sperimentazione teatrale in cui il comico e l’umoristico si fondono con i toni emozionanti del dramma familiare.

Un’eredità tutta da custodire, che il gruppo dell’Associazione culturale “Araba Fenice” ha voluto accogliere e corrispondere con l’umiltà ed il rispetto dovuti, senza la minima presunzione di conquista di sostituzioni simiglianti, prevedendo - come da calendario della rassegna “Tutti Insieme per Salvare il Teatro” - la messa in scena per sabato 12 e domenica 13 aprile, ore 21,30, presso il Cineteatro San Gaetano in Scauri.

Con affettuoso accostamento ad un’opera dalle espressioni attoriali e contenutistiche così grandiose che ha visto la sua genesi nel lontano 1932, il gruppo teatrale dell’associazione ha voluto mettere sotto i riflettori, di proposito, il vincolo naturale della famiglia: quella vera, tradizionale, la base interiore della nostra vita, il valore più importante.

Un valore ai nostri giorni vulnerabile, continuamente bombardato dalle frivole priorità di una società che avanza su percorsi individuali sempre peggio frettolosi . Il recupero della dimensione del nucleo parentale attraverso il richiamo all’unione, in un intreccio di dipendenze familiari che ci farà scoprire la funzionalità della vita quotidiana, fatta di affetti ed emozioni a volte contrastanti, ma sempre pronti a confrontarsi per risolversi, finalmente, in una pacificazione del cuore e dell’anima che si sintonizza con la necessità etica dell’uomo di salvaguardare, a tutti i costi, il bene supremo della primaria appartenenza sociale.

Don Gennaro, protagonista della commedia, sognatore in interiore solitudine che cerca di superare la prevedibilità quotidiana familiare “svagandosi” con le più svariate invenzioni della mente, si sente continuamente soffocato, perché incompreso dalla propria moglie, tutta dedita alle ordinarie necessità domestiche e infastidita dalla presenza ingombrante di una giovane donna che si “affaccia” spudoratamente sulla terrazza degli affetti sacri, intoccabili, mettendo a repentaglio la sicurezza di una vita insieme, generando contrasti, ansie, turbamenti, gelosie istintive. Ed è proprio dal conflittuale codice comunicativo del protagonista che si va gradualmente manifestando l’evento traumatico del confronto fra il rimpianto di una giovinezza ormai lontana e la consapevolezza della condizione presente della vecchiaia, da accettare naturalmente come vita condivisa, come riedificazione familiare.

Gli atteggiamenti nascosti o appena accennati di don Gennaro, a un certo punto deriso dagli stessi conoscenti, tanto da essere denominato “Gennareniello”, conducono la moglie, dopo una furiosa scena di gelosia, ad uno stato paralizzante d’incomunicabilità , d’immobilità e di silenzio che sembra essere infinito. Ma la pazienza, le attese, le sopportazioni e le difese della stessa si tramutano, alla fine, in sentita gratitudine da parte del marito, in questa rappresentazione eduardiana di significativa testimonianza del valore della famiglia, di profonda capacità culturale.

Senza paragoni inutili né aspettative di grandezza e ostentazioni teatrali, noi dell’associazione “Araba Fenice”, come gruppo affiatato di non professionisti, accomunati innanzitutto da una consapevole modestia e desiderosi di portare in scena un’opera che volge l’attenzione alla famiglia in un momento storico in cui essa esterna al mondo la sua triste fragilità, vogliamo impegnarci per trasmettere al pubblico un vivaio di emozioni forti e sincere, ricordando, nello stesso tempo, l’intramontabile rigore artistico di Eduardo, nella responsabilità morale di contenuti forti e duraturi, nella differenza romanzesca della vita d’ogni uomo che s’intreccia e si dipana però, necessariamente, sulla trama morale dell’esistenza collettiva.

Ricordiamo che l’acquisto del biglietto per il teatro (7,00 euro) sarà possibile presso la gioielleria Maccotta.

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